Elon Musk nil guai seri per Tesla: ora la campagna contro di lui si sta allargando a macchia d’olio e i guai sono sensibilmente in aumento
L’imprenditore americano deve fare i conti con problemi di grossa entità in Europa. La popolarità del suo marchio elettrico sta risentendo di un aspetto in particolare. I conti vanno giù e la popolarità è volatilizzata.
Dal 2003 la missione di Tesla nell’Automotive è quella di “elettrificare” il mondo. Un progetto ambizioso, come tutti quelli che portano la firma di Elon Musk, ma che per buona parte di questo periodo è andato in porto. Tesla è diventato il marchio più famoso per quanto concerne le macchine elettriche dopo aver conquistato gli Stati Uniti ha gettato le proprie radici anche in Europa e in Asia.
Lo standard qualitativo delle vetture prodotte dal tycoon di origine sudafricana è altissimo e difficilmente paragonabile alla concorrenza. Entrare nel mondo Tesla è come appartenere alla “casta Apple” per quanto concerne gli smartphone. Un mondo a parte da cui si fa fatica poi ad uscire. Questi livelli così elevati, però, sembrano non appartenere anche alla qualità lavorativa che riguarda gli impiegati del colosso americano.
Per capirlo basta vedere cosa sta succedendo in Svezia e la deriva che presto potrebbe allargarsi al resto d’Europa. Il Paese scandivano vede il boicottaggio da parte dei sindacati contro l’azienda statunitense. Una crisi sindacale che di questa portata non si era mai vista nel corso dei 20 anni di attività del brand.
L’iniziale sciopero dei lavoratori Tesla in Svezia è iniziato precisamente lo scorso 27 ottobre, con l’epicentro che riguardava 130 meccanici che si occupano di revisioni. Il gruppo appartenente al sindacato nazionale IF Metall, ha dato il via ad altre iniziative correlate, che si sono allargate ad altri Paesi del Nord Europa.
Bisogna considerare che la Svezia rappresenta il quinto mercato europeo di Tesla e pur non avendo sedi sul proprio territorio vede migliaia di persone impiegate con il marchio americano. Il motivo della protesta è legato agli orari di lavoro e al salario minimo, che contrasta lo standard svedese.
La “rivolta” si sta allargando a macchia d’olio e nei giorni scorsi il sindacato ha annunciato l’interruzione dal 24 dicembre di tutti i servizi di gestione dei rifiuti nelle officine di riparazione di Tesla.
I problemi per Tesla sono aumentati quando mercoledì scorso hanno incrociato le braccia anche i lavoratori di PostNord, azienda che fornisce servizi postali in Svezia e Nord Europa. Nonostante Musk avesse denunciato l’Agenzia di trasporti per la mancata consegna delle targhe, un tribunale gli ha dato torto e questo ha bloccato la produzione (le auto senza targhe non possono essere consegnate ai clienti).
I guai sembrano essersi estesi anche alla Danimarca, alla Norvegia e alla Finlandia, dove i movimenti sindacali hanno raccolto l’iniziativa di Stoccolma.
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