I driver del circus della F1 hanno un pallino per i motori old school. Un campione del mondo in particolare si è fatto vedere a bordo di un’auto storica.
In griglia i piloti attuali di F1 sono abituati a sfrecciare alla massima velocità al volante di monoposto con Power Unit ibride V6. Si tratta di progresso tecnologico enorme rispetto al passato con l’ausilio anche di batterie agli ioni di litio. La conseguenza di questo progresso è che tutti, ma proprio tutti, sono sempre più affascinati dai motori V12, V10 e V8.
Un tempo i cavalieri del rischio avrebbero osteggiato la tecnologia ibrida. Correvano su vetture estreme che hanno scritto pagine indelebili dell’automobilismo. Prima che diventasse un ecologista convinto, il quattro volte iridato, Sebastian Vettel, era convinto che in F1 si dovesse tornare a correre con i V12. Lo urlò, apertamente, anche in un team radio ai tempi della Ferrari che è rimasto storico. Il tedesco, dopo un DNF, mandò un messaggio chiarissimo, palesando un malessere totale nei confronti delle Power Unit ibride.
La sua carriera è stata costellata di successi sui precedenti bolidi con motori termici V8. L’ex alfiere della Red Bull Racing dominò in F1, dal 2010 al 2013, mettendo a referto 4 riconoscimenti iridati di fila. La sua carriera ha avuto la prima grande battuta d’arresto nel 2017. In Ferrari avrebbe desiderato riportare il Cavallino sul tetto del mondo, ma anche nell’annata successiva l’agognato quinto mondiale gli sfuggì dalle mani. Nel complesso Seb ha vinto 53 volte ed è il terzo all time per trionfi in Ferrari.
L’ultima fase di carriera l’ha trascorsa in Aston Martin, ex Racing Point. Il boss Lawrence Stroll decise di affiancare al figlio un punto di riferimento nelle stagioni 2021 e 2022. Seb avrebbe voluto chiudere la sua carriera in Ferrari. L’ex t.p. gli preferì Carlos Sainz e a quel punto le strade si divisero. Nel team inglese non ha trovato l’ambiente giusto per esprimersi ad altissimi livelli. Nella sua prima annata in AM ottenne soltanto un secondo posto a Baku. Seb non è stato così fortunato nemmeno nella sua prima ed unica stagione sulle monoposto ad effetto suolo, ottenendo appena 37 punti nel 2022.
La carriera di Seb rimarrà sempre legata ai super bolidi termici. In Ferrari non è riuscito a ripetere le imprese del suo idolo Michael Schumacher, ma non solo per sue colpe. Il team italiano non riuscì a tenere il passo della Mercedes nella scorsa era ibrida. Le cose non sono migliorate con questa nuova gen di monoposto. Seb ha provato un piacere infinito al volante delle vetture storiche della casa modenese.
Si è divertito anche a cimentarsi a bordo di alcuni modelli leggendari della casa di Gaydon. In occasione della tappa del Paul Ricard, in Francia, nel 2022 è balzato a bordo di una Aston Martin TT1 del 1922. L’auto secolare montava un motore da 1.5 litri capace di sprigionare 55 CV. Il tratto di forza? Un peso di appena 750 kg, più leggera delle moderne F1.
Come potrete apprezzare nell’immagine in alto dove Seb ha fatto un giro di pista per salutare il pubblico, tutte le auto da corsa di quell’epoca erano con il doppio sedile, uno per il pilota e l’altro per il meccanico. Quest’ultimo serviva da supporto continuo per riparare le vettura in caso di problemi tecnici durante la corsa e a pressurizzare il serbatoio del carburante con una pompa manuale. L’Aston Martin TT1 ha esordito nel GP di Francia il 15 luglio del 1922, guidata dal giovane pilota Louis Zborowski.
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