Non tutti lo sanno, a esistono delle gare a cui possono partecipare persone che guidano un trattore, si tratta di una disciplina che sta prendendo piede anche in Italia.
È capitato certamente a molti di noi di trovare un trattore sul proprio percorso quando si è alla guida della propria auto, ma di non esserne particolarmente felici, visto che averne uno davanti comporta la necessità di procedere con un’andatura più lenta. Questo è certamente vero quando si viaggia in una piccola cittadina, ma ci sono mezzi di questo tipo che sono in grado di spostarsi in una modalità decisamente differente.
Esiste infatti il “tractor pulling”, un motorsport dedicata ai trattori, anche se a differenza delle altre discipline del settore a determinare chi possa vincere non è il tempo speso per effettuare un percorso, bensì la bilancia. Da qualche tempo è in crescita anche in Italia il numero di persone che si sta appassionando a questo.
Cos’è il “tractor pulling”: anche un trattore può gareggiare
Si tende a pensare che il motorsport si limiti alle gare per auto e moto, ma non è del tutto vero. Ormai da tempo, infatti, sta prendendo piede anche in Italia il “tractor pulling”, disciplina nata negli Stati Uniti addirittura negli anni ’20 e a cui possono partecipare le persone che sono in possesso di un trattore.
A differenza di quanto accade per gli eventi che solitamente coinvolgono due e quattro ruote dove è determinante il tempo che si impiega per portare a termine un determinato percorso, qui la situazione è parzialmente differente. In questo tipo di corse, infatti, è necessario trainare un rimorchio zavorrato, la cosiddetta “slitta”, su tracciato rettilineo di terra battuta lungo 100 metri, l’equivalente di circa 300 piedi.
Il nome della disciplina deriva proprio da quanto avviene: il “puller” non è altro che il trattore che viene agganciato alla slitta, dove si trova un cassone mobile contenente una zavorra che può arrivare fino a 30.000 kg. Si deve cercare di fare più strada possibile a parità di zavorra. Il fallimento dell’impresa non può essere escluso del tutto: chi riesce ad arrivare a percorrere 100 metri realizza quello che viene definito “full pull”.
Una passione diffusa anche in Italia
Pur essendo nato negli Stati Uniti, è in crescita il numero di persone che apprezzano il “tractor pulling” anche nel nostro Paese. Si deve risalire agli anni ’70 per la prima fase in cui si è parlato di questa disciplina in Europa, ma in Italia è arrivata diverso tempo dopo, a inizio anni duemila.
Ogni dettaglio viene curato: a organizzare il campionato italiano è l’Itpo, (Italian Tractor Pulling Organization), che ha deciso di offrire la possibilità di gareggiare a un diverso numero di veicoli, che sono stati suddivisi per classi. Si ha così modo di gareggiare solo con mezzi con caratteristiche simili al proprio.
Chi non ama porsi limiti apprezzerà le corse della Libero 45, a cui possono partecipare veicoli senza alcun tipo di vincolo, l’unico è dato dal peso, che non deve superare i 4.500 kg. Questa può essere l’occasione per vedere da vicino propulsori di tutto rispetto, che possono rendere quindi l’emozione davvero ai massimi livelli. Insomma, chi è in cerca di qualcosa di diverso non potrà che apprezzare.