Per rimanere nel circus più ambito del mondo i team di F1 hanno bisogno di incassare soldi dagli sponsor. Alcuni storici risulterebbero davvero bizzarri oggi.
Le monoposto di F1 sono una vetrina in movimento perfetta per i marchi. La prima vettura che viaggiava con sponsor fu la Lotus con il marchio di sigarette Gold Leaf. Gli inglesi furono dei precursori dei tempi nel 1968, poi a ruota arrivarono tantissimi brand che hanno fatto decollare il proprio business, anche grazie alle vittorie in pista di un singolo pilota.
Per un marchio la visibilità tutto e sfrecciare sulle vetture più veloci al mondo può risultare un ottimo strumento per aumentare i fatturati. Quando ancora erano permessi gli sponsor tabaccai, Marlboro era al top con Ferrari. I fan sono stati i primi a seguire certe dinamiche che andavano anche, in certi casi, a coprire la colorazione delle tutte e dei piloti. Al di là dei nomi storici che hanno accompagnato i marchi, gli sponsor sono anche temporanei per il lancio di un prodotto o di un film.
La Red Bull Racing, nel 2006, presentò sulle proprie monoposto il logo di Superman per il lancio nelle sale del film diretto da Bryan Singer e scritto da Michael Dougherty e Dan Harris sul personaggio della DC Comics. La stessa cosa, sempre a Monaco, era accaduta in occasione della presentazione del film “Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith “, presentato al Festival di Cannes il 15 maggio 2005. La presenza ai box di George Lucas e dei meccanici vestiti da Stormtrooper non portò fortuna al drink team.
La Red Bull Racing, originariamente, si chiamava Jaguar. Il team inglese si lanciò in F1 con grandi obiettivi, spinta da sponsor importanti come l’agente segreto più noto sul grande schermo. Il film “La morte può attendere” anticipò un lungometraggio sulla XKR protagonista nel film di 007. Il team britannico Tyrrell, invece, mise in primo piano Xena – Principessa Guerriera. Anche in questo caso non ci fu un boom, ma proseguiamo con la classifica degli sponsor più assurdi della storia.
F1, una marea di sponsor bizzarri
Nel 1981 sulle fiancate della monoposto tedesca ATS comparve gratuitamente il logo del gruppo ABBA. Una bella trovata per accrescere la fama della band. Il team Williams nel 1979 mise in mostra uno sponsor mediorientale che lasciò tutti senza parole. La catena alberghiera Al Bilad apparse sulla livrea della monoposto inglese. Frank Williams volò in Arabia Saudita in cerca di gruppi che potessero investire sul team e strinse un accordo con Mohammed Bin Laden, padre di Osama. Ai tempi era una delle più ricche famiglie saudite, legata alla dinastia regnante dei Saud.
Nel 1985 la Toleman, scuderia britannica all’ultimo anno di attività in F1, mise in primo piano il progetto umanitario USA for Africa, supportato anche dall’iniziativa di tanti artisti top come Michael Jackson e Lionel Richie. Lo sponsor più assurdo apparve sulle Surtees dal 1976 al 1978. Si trattava dell’azienda Durex. Ma di sponsor legati al mondo osé ve ne sono stati diversi. Da cliniche di cambio sesso sulla Minardi alla rivista erotica Penthouse presente sulla Hesketh nel 1977 e, in seguito, sulla Arrows nel 1982.
Da non dimenticare anche l’apparizione di Parmalat (foto in alto) e Yahoo! sulla livrea della scuderia francese Prost che, però, non diede gli esiti sperati. Per le prove libere del GP di Spagna 2012, la Sauber invece svelò lo stemma di una squadra di calcio inglese: il Chelsea. Stavolta portò bene perché la squadra londinese conquistò in quell’annata la Champions League.